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Per “un noi” sempre più grande

Il  tema dell’intercultura al centro del corso di  aggiornamento  delle  Missioni  italiane  in  Svizzera tenutosi  a  Capiago  dal  6  al  10  febbraio  2023

“Per un noi sempre più grande. In cammino verso una pastorale interculturale”: su questo tema si è svolto dal 6 al 10 febbraio alla Casa dei Padri Dehoniani di Capiago (Como) il corso di aggiornamento delle Missioni cattoliche di lingua italiana (Mcli) in Svizzera.  Gli italiani emigrati nella Confederazione elvetica sono 650.000, quella italiana è la nazionalità più rappresentata.

Al centro dei lavori è stato il documento della Chiesa svizzera “Verso una pastorale interculturale” che presenta linee guida per la pastorale migratoria tenendo conto che l’interculturalità rappresenta una sfida alla quale si è chiamati a rispondere con competenza, corresponsabilità e creatività.  Le Mcli sono una quarantina e operano sempre più intensamente con le realtà ecclesiali del territorio. Sacerdoti e laici, provenienti da diocesi italiane hanno preso a cuore il processo di integrazione sociale in corso da tempo, si sono aperti all’incontro con gli emigrati da altri Paesi unendosi alle comunità cristiane locali per rendere visibile e credibile l’unità nella diversità.

Il documento sulla pastorale interculturale è quindi nato dalla presa d’atto che uomini e donne di diverse culture si incontrano sui luoghi di lavoro, nelle scuole, in altri ambiti di vita e di fede. L’intercultura è quindi un’esperienza umana e sociale che richiede risposte adeguate ed esige lo stile sinodale nell’aprire nuovi percorsi per l’annuncio del Vangelo.

Le Mcli hanno accolto le linee guida dei vescovi, hanno avviato un approfondimento e un confronto, hanno messo in atto alcune buone pratiche.

Il cammino si è dunque aperto, le opportunità si sono rivelate superiori alle difficoltà. I passi da compiere indicati dai vescovi svizzeri si affiancano ai sette indicati nel documento del Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale (3 marzo 2023): vincere la paura dell’altro, non isolarsi, aprirsi all’ascolto, dare spazio all’altro, accogliere l’incontro come una benedizione, ripensare lo stile dell’annuncio guardando a Pentecoste, valorizzare le ministerialità.  A sostegno dei passi ci sono le parole di papa Francesco: “Siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo avere paura di sognare e di farlo insieme (…) che questo sogno parta dalla nostra realtà concreta, allargandosi come una tenda fino ai confini della terra…”.  E i vescovi della Svizzera scrivono nel loro documento che “gli orientamenti indicati da papa Francesco rimangono la nostra bussola”.

Ad accompagnare i lavori di Capiago, introdotti dal coordinatore delle Mcli don Egidio Todeschini, sono stati il direttore nazionale di Migrantes, don Pierpaolo Felicolo con Delfina Licata curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo, la responsabile di Migratio svizzera, Isabel Vasquez, con il presidente dell’organismo che si occupa del sostegno economico alla Chiesa svizzera Urs Brosi.  Sono intervenuti l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, presidente di Migrantes e della Commissione Cei per le migrazioni, il vescovo Alain de Raemy, Amministratore apostolico della diocesi di Lugano mentre il vescovo di Como, il card. Oscar Cantoni, ha celebrato la messa di chiusura del corso ringraziando i missionari per il loro servizio nel solco del santo Giovanni Battista Scalabrini. Il cammino della pastorale interculturale in Svizzera si è inoltre posto in linea con il Sinodo che negli stessi giorni del corso di Capiago viveva a Praga la tappa europea  che aveva un titolo analogo “Allarga lo spazio della tua tenda”.